Il Pachyphytum oviferum J. A. Purpus è una succulenta appartenente alla famiglia delle Crassulaceae; è originaria del Messico del nord.
Molto comune in coltivazione è spesso tra le prime piante grasse che entrano in collezione per l'aspetto molto succulento delle foglie che sembrano grossi confetti, più compatte e tondeggianti le giovani foglie apicali o quelle di giovani piante. La superficie delle foglie è coperta da una patina bianca cerosa (pruina) che se toccata viene via lasciando trasparire il chiaro verde spento dell'epidermide. Le foglie basali più vecchie misurano 5 cm, mentre le più giovani un paio di cm. Nelle foglie più giovani la fresca patina di pruina è più densa e conferisce un colore bianco latte, che con il passare degli anni risulta rarefatto sulle foglie più vecchie che sono di colore grigio-verde chiaro con una vaga ombra rosata. Mi è capitato di vedere dal vivo esemplari di colore rosa più intenso, ma più che una variante credo che sia solo una questione di esposizione. Mentre in internet capita di vedere sotto il nome di Pachyphytum oviferum foto di piante con fiori molto diversi sia per forma che per disposizione dei colori e/o con foglie con estremità più appuntita, ma sui libri non ho mai trovato descritte queste varianti, probabilmente si tratta di altre specie di Pachyphytum o di incroci.
Nonostante il Pachyphytum oviferum sia una pianta comune è entrata nella mia collezione solo da pochi anni e nonostante avendola vista spesso in vendita o nelle collezioni non ne avevo mai visto il fiore, pensavo che avrei facilmente scambiato una talea con qualcuno, ma sia perché ha crescita lenta, sia per "sfortuna" ciò non è mai successo, nel 2009 presi una foglia a casa di un amico per utilizzarla come talea, questa generò abbastanza velocemente le prime foglie cicciottelle e tondeggianti, però ora cresce molto lentamente anche perchè tenuta molto a secco. Nel frattempo quindi decisi di comprarne una pianta "adulta" che quest'anno ha fiorito per la prima volta.
Con grande stupore a partire da febbraio-marzo ho visto formarsi una strana infiorescenza a virgola che ricorda un gambero o uno scorpione. L'infiorescenza si è iniziata a formare a nel tardo inverno; matura poi molto lentamente e l'apertura dei fiori dura alcuni mesi. Origina dalla parte superiore dell’ascella formata tra foglie prodotte nell'anno precedente ed il fusto.
I fiori sono lunghi 1,5 cm e aperti misurano 1 cm; sono rosso intenso con margini e punte dei petali bianchi, non sono molto appariscenti, e in parte nascosti dai grandi sepali, ma la forma dell'infiorescenza nell’insieme è molto attraente.
Dai primi di aprile quando ho fotografato il terzo fiore aperto, adesso, a fine maggio è aperto il 15° fiore e sembra che ci vorrà ancora molto tempo prima di vederla completamente secca; attualmente conto 25 fiori tra quelli già secchi di cui rimane solo il peduncolo e quelli ancora molto immaturi difficili da distinguere.
I fiori del Pachyphytum oviferum iniziano a maturare ed aprirsi dalla base dell'infiorescenza in direzione dell'apice pendente, man mano che questa matura ruota verso l'alto portando i fiori aperti a guardare l'orizzonte. Contemporaneamente si vedono aperti 2 fiori mentre i due precedenti appassiscono lentamente e i due successivi iniziano ad aprirsi altrettanto lentamente.
Il tipo d'infiorescenza si dice a cincinno.
In generale il Pachyphytum oviferum è una pianta facile da coltivare, resistente anche alle basse temperature cittadine senza protezione. Gradisce come tutte le succulente esposizione soleggiata o molto luminosa. A mio avviso l’effetto migliore si ottiene posizionando più piante/ talee giovani ravvicinate in una ciotola al sole, che sembrerà un cumulo di bianchi ciottoli.
Bisogna fare attenzione a non toccarla o strusciarla ad altre piante per evitare di asportare la patina di pruina causando un danno estetico.
Avendo crescita lenta la pianta rimane con forma di rosetta bassa senza fusto spoglio per diversi anni, poi perde le foglie più vecchie e scopre un grosso fusto di 1,5 cm di diametro.
Va innaffiata da fine inverno all'autunno ogni 15 giorni circa, non teme la siccità, in inverno può essere lasciata a secco o bagnata solo se mostra segni di disidratazione, mentre le giovani piante ottenute da seme o da talea di foglia in inverno possono essere bagnate in tutto 3-4 volte se tenute in piccoli vasi.
La moltiplicazione del Pachyphytum oviferumè possibile per seme o più facilmente per talea o talea di foglia, prelevando le foglie più vecchie che vengono via con poca resistenza e lasciandole appoggiate su composta secca. Nella foto accanto una piantina di Pachyphytum oviferum in vaso da 3,5 cm ottenuta da talea di foglia, in basso a destra si vede la foglia originaria ormai secca.
6 commenti:
ciao, complimenti per il blog! senti, io ho una pianta identica a questa, che però mi era stata identificata come Graptopetalum amethystinum. guardando le foto in internet mi sembrano proprio la stessa pianta... sono due specie quasi identiche o si tratta di due nomi per la stessa specie?
ciao, grazie per i complimenti e grazie per avermi fatto notare questa somiglianza con il Graptopetalum amethystinum (che non conoscevo), in effetti vedendo le foto online sono molto simili, ma se vedi qualche foto con i fiori, quelli del Graptopetalum amethystinum sono tipici dei Graptopetalum, mentre l'infiorescenza del P. oviferum è differente. Grazie, ciao. A presto!
hai ragione! guardando l'infiorescenza direi che è decisamente un pachyphytum :-)
ci sei su myfolia.com? se ci sei ti seguo, se non lo conosci dacci un'occhiata, è utile!
ciao, sono contento che sei riuscita ad identificare correttamente la pianta!
non conosco il sito che proponi, gli darò sicuramente un'occhiata!!! grazie per la dritta!
ciaociao
a presto!
Ciao Stranepiante, bellissimo ed utilissimo il tuo blog, ti invidio tanto il tuo pollice verde! ho una domanda da neofita da farti: i "segni di disidratazione" di cui parli quali sono? Io ho la tendenza a bagnare troppo qualsiasi pianta (son riuscita a far marcire le radici ad un sedum palmeri bagnandolo solo una volta al mese in piena estate, ancora non so come ho fatto!), quindi devo tenermi sempre al minimo indispensabile d'annaffiature e d'acqua, ma vorrei saper cogliere questi segni prima che muoia di sete!
Grazie eh, un buon autunno a te e a tutte le tue piantine!
ciao, intanto grazie per il commento; le piante a volte marciscono anche senza essere state bagnate troppo. i segni di disidratazione solitamente si manifestano sull'epidermide della pianta che appare raggrinzita, o se ha fusti, questi possono afflosciarsi... cmq possono passare anche anni prima che una pianta grassa muoia per disidratazione, ho visto personalmente una cactacea sopravvivere più di 5 anni senza essere mai stata bagnata....
grazie
ciaociao
Posta un commento