Araceae

Le Araceae sono piante molto diffuse sul globo, specialmente  nelle aree tropicali dell'asia, ma anche nel bacino del mediterraneo e nell'Africa tropicale. Spesso per riferirsi a loro si usa il termina Aroid. In Italia abbiamo il diffusissimo (anche nelle aree verdi cittadine) Arum italicum. il nome deriva da Arum che è il suo genere principale e si riferisce al termine "calore", dato che molti (non so se tutti) i loro fiori emettono calore. Tutti noi conosciamo diversi generi e specie di questa famiglia, forse senza saperlo. I generi più diffusi in coltivazione e nei nostri giardini e/o acquari sono:
  • Alocasia
  • Amorphophallus
  • Anthurium
  • Anubias
  • Arisaema
  • Arum
  • Caladium
  • Colocasia
  • Cryptocoryne
  • Diffenbachia
  • Dracunculus
  • Lemna
  • Monstera
  • Philodendron
  • Pinellia
  • Pistia
  • Sauromatum
  • Spathiphyllum
  • Typhonium
  • Zamioculcas
  • Zantedeschia
E tante altre piante in genere vendute come piante d'appartamento.
Anche se molto diffuse nelle nostre case, in Italia non ci sono molti appassionati di questa famiglia, che viene invece molto apprezzata in Asia, e nel nord Europa.
Quello che accomuna tutte queste piante è il particolare fiore, che viene spesso volgarmente chiamato Calla. Dato che in Italia esistono diversi generi e specie di questa famiglia, spontanee o vendute da tutti i fiorai o nei vivai, è di uso comune chiamare alcune delle Araceae più diffuse come finta calla, calla selvatica, calla rossa, calla d'appartamento, ecc..

Il fiore o meglio l'infiorescenza è di tipo indefinita e si chiama Spadice, è circondata e protetta dalla Spata, l'insieme da l'idea di essere un fiore, ma in realtà i veri fiori si trovano nascosti dalla Spata. sulla stessa pianta sono presenti fiori maschili in alto, fiori sterili al centro e fiori femminili in basso (la maggior parte sono piante monoiche), questo insieme a stratagemmi che attuano molte specie di questa famiglia garantisce l'impollinazione con l'aiuto di insetti, ma allo stesso tempo l'autoimpollinazione è in genere impedita.
Ad attirare gli insetti è spesso un forte odore di carne marcia o stallatico che alcuni di questi fiori emettono.

I frutti sono generalmente bacche spesso vistose di colore rosso acceso, arancio, viola, giallo o verde.

Altra cosa che accomuna queste piante è che molte sono velenose, ma allo stesso tempo, previa cottura, molte di queste vengono normalmente utilizzate a scopo alimentare.

A questa Famiglia appartengono gli Amorphophallus, famosi per produrre fiori enormi, tra cui l'Amorphophallus titanum che produce il fiore più grande al mondo.

Aspetto molto interessante è la capacità di alcune di queste piante bulbose come alcuni Amorphophallus e Sauromatum, di fiorire fuori terra, quindi quando il bulbo è conservato ad esempio su una mensola o in un contenitore senza alcun substrato.

Molto curiosi sono anche i nomi che la tradizione popolare o gli appassionati hanno dato ad alcune di queste piante. Questi nomi spesso sono legati a concetti magici o alla figura del serpente. Probabilmente legati alla presenza di veleno e/o alla forma o portamento di alcune di queste piante o infiorescenze.

Altra curiosità è che diverse di queste piante sono state scoperte e studiate per la prima volta da Italiani e spesso portano il loro nome.

Gli acquariofili sapranno che molte delle piante utilizzate negli acquari appartengono a questa famiglia, vedi le Anubias, le Cryptocoryne e le galleggianti come Lemna (lenticchia d'acqua) e la Pistia.

Molte di queste piante sono bulbose o rizomatose, in alcune i rizomi si accrescono come fusti fuori dal terreno ed emettono radici aeree o radicano appena in contatto con il terreno.



Tra le bulbose più diffuse di questa famiglia spunta prima in assoluto la Zantedeschia o Calla con tutti i suoi colorati ed apprezzati ibridi.



Sono generalmente facili da moltiplicare per talea, divisione del rizoma, divisione del bulbo/cormo, per bulbilli secondari o da seme.
Sono piante che apprezzano in genere ricche concimazioni, in particolare le bulbose che solo così, specialmente dopo la fioritura possono ripristinare e ingrandire il proprio corpo sotterraneo, propriamente detto Cormo.



La mia storia con le Araceae
Il primo incontro con queste piante l'ho avuto da bambino, molto piccolo, quando mio padre vedendomi correre verso le pannocchie rosso fuoco formate dai frutti di Arum italicum, mi diceva di non toccarli perchè erano il cibo dei serpenti (in realtà tutte le parti della pianta sono velenose e in alcuni soggetti particolarmente sensibili possono causare gravi infiammazioni anche per il semplice contatto cutaneo),  poi mi divertivo a moltiplicare per talea il Philodendron che credo tutti abbiamo o abbiamo avuto in casa. Ammiravo le rosse infiorescenze degli Anthurium quando venivano portati in regalo da ospiti e quando l'incontravo negli androni dei palazzi chiamavo calla bianca lo Spatiphyllum pensando che fosse il nome giusto; crescendo ho incominciato a realizzare che le rosse pannocchie velenose erano i frutti di quelle che chiamavo calle selvatiche... e che crescevano spontaneamente ovunque. Dai 10 anni in poi avendo incominciato ad avere acquari, senza sapere che appartenessero a questa famiglia ho coltivato le Cryptocoryne, le Anubias, le galleggianti Pistia e le invasive Lemna che si incontrano facilmente nelle vasche e nei tratti di corsi d'acqua meno mossi in campagna. 15 anni fa mia madre portò in casa una calla gialla, mi sembrava una rarità abituato alle diffuse calle bianche che si vedono spesso nei giardini di città.
Poco dopo scomparvero fiori e foglie, ma vedendola rispuntare con l'inizio della primavera fui molto contento... ma non fioriva più, la coltivai per diversi anni ed era sempre più piccola con poche foglie fino a che lessi da qualche parte che doveva essere concimata abbondantemente, dopo altre due stagioni, la calla fiorì nuovamente!
Ad epoca più recente risale l'acquisto di altri cormi di Zantedeschia di vari colori e di Colocasia in tubero, prima al supermercato, poi al mercato etnico, sperando di ottenere la gigantesca pianta "orecchie di elefante" ma si è sempre limitata a produrre foglia di massimo 20 cm.

Nel 2009 leggendo un articolo riguardo i fiori più grandi del mondo trovo l'Amorphophallus titanum, penso che se qualcuno è riuscito a coltivarlo.. posso riuscirci anche io.. Studio un pò il genere per capire se ci sono impedimenti alla coltivazione.


Provo a farmi portare dal proprietario di un ristorante indiano un bulbo di Amorphophallus paeonifolius, che in India viene venduto come le patate :D mi illude e resto in contatto con lui un paio di mesi... poi scompare... Poi nell'inverno 2010 compro i primi cormi di Amorphophallus Konjac online, visto che quelli di A. titanum sono introvabili se non a cifre esorbitanti, e piccoli cormi di Sauromatum venosum  ed in ultimo a marzo 2011 ricevevo un ordine acquistato online contenete diversi cormi di araceae quali: Amorphophallus bulbifer, Caladium, Sauromatum venosum, Arum dioscoridis, Dracunculus vulgaris e Arisaema speciosum.


Nel 2012 ho fatto un bel viaggio in Indonesia dove finalmente ho potuto vedere dal vivo moltissime specie di Aracee tra cui il maestoso Amorphophallus titanum.

La mia Growlist
Ad oggi la mia piccola collezione di araceae è composta da:
  • Amorphophallus bulbifer (in ri-arrivo)
  • Amorphophallus konjac sin riveri
  • Amorphophallus impressus
  • Amorphophallus nepalensis
  • Amorphophallus sp. 1
  • Amorphophallus sp. 2
  • Arum italicum
  • Anubias barteri nana
  • Caladium Red flash
  • Caladium tipo1
  • Caladium tipo2
  • Cryptocorune (di tre specie)
  • Sauromatum venosum (due provenienze)
  • Arum dioscoridis
  • Arum dracunculus
  • Colocasia antiquorum
  • Philodendron
  • Zantedeschia bianca
  • Zantedeschia colorata (una decina di ibridi diversi)

La coltivazione
Si tratta di piante perenni, la maggior parte sempreverdi, le bulbose invece hanno un ciclo in alcuni casi quasi continuo (in natura e in serra riscaldata), da quel che ho potuto osservare tutte le araceae che ho coltivato sono piante che amano l'umidità, ma allo stesso tempo temono i ristagni idrici e vengono facilmente colpite da marciume e assaggiate o colonizzate da vari tipi di insetti.
Molte apprezzano una forte illuminazione, ma poche sopportano il sole diretto, in natura vivono nel sottobosco. Ho provato a coltivare un Amorphophallus esposto a sud in pieno sole, senza fargli mancare mai l'acqua, concimandolo, ma non ho notato particolari benefici, il cormo a fine ciclo non era più grande di cormi cresciuti senza mai essere toccati dal sole diretto, inoltre negli ultimi giorni di agosto la metà di questa pianta che riceveva sole diretto ininterrottamente ha seccato, mentre la metà che per qualche ora era ombreggiata da un parapetto è rimasta verde vegetando ancora per alcune settimane.
C'è una sostanziale differenza tra le specie europee o nordafricane e quelle tropicali, le prime vegetano in inverno a partire dall'autunno ed entrano in riposo in primavera, mentre le tropicali bulbose vegetano all'aperto solo a partire da fine inverno sino a fine estate o al massimo sino ad autunno inoltrato.
L'esempio più evidente sono le Zantedeschia, quella a fiore bianco tipica dei nostri climi inizia a perdere le foglie quando le zantedeschia sudafricane iniziano a produrle, ed emette le prime foglie quando le sudafricane iniziano a perderle. questo può facilmente portare ad errori di coltivazione quando non si conosce l'origine di un bulbo (cormo) acquistato.
La composta da utilizzare deve essere formata da una parte di torba, una parte di stallatico maturo (o deve essere aggiunto concime a lenta cessione) e una parte di inerti; personalmente ho usato lapillo, pomice e vermiculite, ma pare che la perlite sia più frequentemente utilizzata dai collezionisti di questi generi.
Le innaffiature devono essere sempre abbondanti, ma si può far seccare leggermente lo strato superficiale di composta prima di ripeterle, per allontanare il rischio di marciume.
Le concimazioni devono essere abbondanti durante la fase di attiva vegetazione. Per le bulbose il concime deve essere somministrato in dose sempre maggiore man mano che le foglie sviluppano.
Le bulbose che producono prima il fiore e poi la/le foglie devono essere interrate poco prima o poco dopo la produzione del fiore e lasciate in composta appena umida, produrranno velocemente radici a partire dalla parte superiore o laterale del cormo e poi inizierà a spuntare la foglia, da allora si deve iniziare a bagnare facendo sempre in modo che la terra non rimanga costantemente zuppa.
Le bulbose durante il ciclo vegetativo consumano tutto il tubero per riprodurne uno nuovo in genere uguale o più spesso più grande se abbiamo fornito sufficienti concimazioni, se invece il concime non era sufficiente, o se la pianta ha fiorito o peggio, se ha prodotto semi, il cormo a fine vegetazione può essersi totalmente consumato o ridotto notevolmente di dimensione.
 

Parassiti e malattie
Non conosco tutti i mali che possono colpire queste piante, ma di sicuro ho notato che vengono attaccate da moltissimi parassiti:
- ragnetto rosso
- cocciniglia cotonosa
- cocciniglia a scudo
- tripidi
- nematodi
Alla raccolta dei tuberi capita di trovarli ad ospitare porcellini di terra, che però sembrano intenti a mangiare le parti del vecchio cormo, larve di altro genere (per questo preferisco raccogliere i cormi ogni anno, lavarli e spazzolarli, disinfettarli, bagnarli nel fungicida e lasciarli asciugare prima di riporli in cassette con torba acida secca)
I marciumi sono frequenti per alcune specie e spesso totalmente inaspettati o imprevedibili.

La moltiplicazione
L'aspetto che mi ha portato a coltivare diverse di queste piante, ancora prima di sapere che appartenessero alla stessa famiglia è stato proprio la facilità di moltiplicazione, per le rizomatose spesso basta fare una talea in acqua o direttamente in terra per avere nuove piante.
Mentre molte bulbose producono nuovi bulbi laterali a partire dagli "occhi secondari" del primo o per divisione del primo cormo, di alcune di queste ho visto anche prove di moltiplicazione per foglia o frammento di essa.

L'Amophophallus bulbiber produce bulbilli tra le anse della foglia ed uno più grande al centro di questa.


L'Amorphophallus kojak produce diversi nuovi cormi portati da digitazioni anche a diversi cm dal cormo principale, ed è la specie più resistente sia ai marciumi che alle basse temperature.
Chi possiede acquari avrà sicuramente notato l'invasività che possono avere le aracee galleggianti, in particolare la Lemna e la facilità con cui in qualche anno una singola Cryptocoryne produca nuove piante intorno a lei tramite stoloni sotterranei, o semplicemente tirandola fuori dal ghiaietto, tagliandola poco sotto l'attaccatura delle foglie e ripiantando radici e pianta separatamente.
La semina è sempre una metodica interessante e affascinante ed è l'unico modo per ottenere piante con patrimonio genetico differente, anche se come al solito è una tecnica di moltiplicazione lenta... che si può velocizzare facendo fare un secondo o terzo, ciclo vegetativo in inverno tenendo le piante sotto i neon.

La Semina


Ho seminato con grande stupore per il grande successo* da autodidatta Zantedeschia (fiore nero x giallo e fiore giallo xbo) e Sauromatum venosum.


[* successo perchè hanno germinato: per la zantedeschia sono arrivato per ora al terzo anno di coltivazione dei semenzali, mentre i Sauromatum non gli ho più controllati.... Non avendo trovato nulla online non ho avuto modo di paragonare le mie semine con altri]
Ho utilizzato substrati leggermente differenti, ma in entrambi i casi ricchi di torba acida di sfagno ed inerti come lapillo, vermiculite e perlite.

Per prima cosa dopo la raccolta i semi si devono scarnificare, a mano, ho notato che il momento migliore per farlo è quando sono ne appena raccolti perchè troppo carichi di polpa, ne troppo secchi altrimenti è impegnativo liberarli, i semi di zantedeschia rimangono all'interno della spata, e se non raccolti presto si coprono di muffa, non raccoglierli però troppo presto, il momento giusto è quando le bacche chiare hanno aspetto e consistenza spugnosa.
Poi li ho sciacquati e messi a bagno in acqua e ipoclorito, dopo qualche ora sciacquati abbondantemente e appoggiati su carta assorbente per un giorno e subito piantati, coprendoli con qualche mm di torba setacciata.
Chiusi i contenitori in un sacchetto aggiunte due dita d'acqua distillata e messi nel germinatoio.
I primi semi di Sauromatum hanno germinato in una quindicina di giorni.
I primi semi di Zantedeschia hanno impiegato un pò di più per germinare.
Pensando di non ottenere nulla ho messo i semi distanziati solo un cm o meno, e quando ho svasato i piccoli bulbi di zantedeschia stavano molto stretti nel vaso. Allo stesso modo ora le piantine di sauromatum sono un pò troppo fitte.

Ho a disposizione diversi cormi di Amorphophallus konjac sin A. rivieri di tutte le dimensioni da scambiare.

Questa è la mia storia in continuo aggiornamento con le Araceae!