Tre metodi per ripicchettare le piantine grasse ottenute con tante cure partendo da seme.
Arrivato l'inverno apparentemente non c'è più niente da fare per le piante grasse, dopo averle preparate al riposo, ci si deve limitare a guardarle immutate per tutta la stagione fredda. Ma per chi ha le semine in casa abbastanza grandicelle può essere un buon momento per ripichettarle concedendo più spazio alle radici.
Un anno scarso di età può essere troppo poco, ma avendo utilizzato un contenitore basso ho preferito non aspettare oltre.
Ho rinvasato alcuni Lithops, Ibridi di Astrohytum, Ariocarpus fissuratus e Mammillaria duvei.
Premetto che gli ibridi di Astrophytum e le duwei provengono da un esperimento di semina in un nuovo germinatoio dove avevo messo un solo neon da 8 W e che quindi avevano iniziato il processo di eziolatura, ma intervenendo in tempo fornendo altre luci sono riuscito a recuperare le piante. Gli Ariocarpus erano nello stesso contenitore, ma essendo germinati dopo non hanno subito il trauma.
Come prima cosa bisogna lavare i contenitori, dopo aver tolto eventuali residui di terra con uno spazzolino gli ho lasciati a bagno in un secchio di acqua calda con varechina per una notte, il giorno dopo ho sciacquato abbondantemente e spazzolato l'interno e l'esterno dei vasetti, una volta asciugati li ho messi in un contenitore (alveolare credo si chiami) di quelli usati nei vivai che mi è stato regalato qualche mese fa dal vivaista per portare a casa gli acquisti spinosi, e che ho gelosamente conservato sino ad oggi sapendo che sarebbe tornato utile.
Poi ho preparato il piano di lavoro con fogli di giornale, ho radunato gli strumenti: pinzette, cucchiaio, forchettina per patatine fritte, bacinella, materiali per la composta ...
A questo punto preparo la composta sempre molto ricca di inerti. Afferrando la bacinella in cui ho mischiato la composta e scuotendola a destra e sinistra e con movimenti circolari, gli inerti a granulometria maggiore affioreranno in superficie, in questo modo si possono raccogliere con un cucchiaio e spargere sul fondo dei vasi, dopo di che rimescolare la composta in modo di renderla nuovamente uniforme.
Adesso bisogna iniziare a raccogliere le plantule delicatamente, rompendo il pane in cui sono cresciute sino ad ora, e facendolo lontano dall'ultima innaffiatura. Dato che la composta in cui erano cresciute era stata preparata da me ed era abbastanza minerale, non è stato necessario pulire le radici, ma ho cercato di prelevare le piantine conservando intatto il cm di terra in cui erano cresciute. mentre per gli Astrophytum è stato possibile, per le Mammillaria duwei non ci sono riuscito dato che la composta era più sabbiosa.
Ho iniziato dal lato di destra aiutandomi con la forchettina per patatine e la pinzetta (usata molto delicatamente).
Questo è il risultato del raccolto:
Ibridi di Astrophytum e Ariocarpus fissuratus | Mammillaria duwei |
Per questioni di spazio e disponibilità di contenitori non potuto utilizzare un vasetto per ogni pianta... sinceramente le mammillaria duwei staranno un pò troppo strette, questo comporterà un rinvaso precoce, ma sicuramente stanno meglio di prima infatti hanno subito iniziato a crescere dopo poco più di una settimana.
Dopo aver riempito i vasetti con composta in quantità adeguata ad accettare i minipanetti con le piantine, ho utilizzato tre tecniche differenti.
1°) Per gli ibridi di Astrophytum che avevano mantenuto una certa quantità di terra attorno alle radici ho appoggiato il panetto sulla composta nel vaso e aggiunto nuova composta a riempimento degli spazi. Dopo aver battuto leggermente il vasetto a terra per far assestare la composta ne ho aggiunta altra.
2°) Mentre per le piantine che erano rimaste a radici nude ho usato la tecnica che uso più spesso, ossia riempire il vasetto per metà, tenere con una pinzetta la piantina sospesa nella posizione che che dovrà mantenere e aggiungere con il cucchiaio la composta. Il risultato finale è questo:
Dato che le piante di Mammillaria duwei erano moltissime, non bastava tutto il mio germinatoio per tenerle in singoli vasi... non avevo neanche abbastanza vasetti :) inoltre tenere le singole piantine sospese su un contenitore e riempire di composta sino a che non si reggono da sole è un procedimento abbastanza lungo e scomodo, mii sono ricordato di aver letto mesi fa su un forum un post che spiegava quest'altra tecnica (appena lo ritrovo inserisco il link e l'autore dell'idea) semplicissima e veramente comoda!
3°) Riempire il fondo del contenitore, inclinarlo in modo che un lato sia quasi parallelo al terreno, spargere un primo strato uniforme di composta sul lato del contenitore ed iniziare ad appoggiare le prime piantine.
Spargere un secondo strato di composta, appiattirlo in modo che risulti uniforme e sistemare una seconda linea di piante, ripetere l'operazione sino a riempimento del vaso.
Le difficoltà che si possono riscontrare in questa tecnica sono: riuscire a mantenere in equilibrio il contenitore in modo che non si rovesci in avanti e allo stesso tempo non sia troppo inclinato da far scivolare la composta sul fondo, ma questo problema si risolve facilmente appoggiando il contenitore nella bacinella in cui è presente la composta, e spingendo leggermente in modo che si crei una nicchia. Un'altra cosa importante è il riempimento dell'ultimo strato di terra, questo dovrà essere fatto con attenzione, senza che rimangano spazi vuoti, che al raddrizzamento del contenitore causerebbero uno spostamento e inclinazione di tutti i semenzali. E' anche importante riempire sino al bordo tutti gli strati di composta perché dopo avere riposizionato orizzontalmente il contenitore (anche se avrete compattato la composta) ci sarà inevitabilmente un minimo collasso verso il basso.