Tutto sulla cura delle piante grasse in breve

Tutto quello che c'è da sapere per prendersi cura di una pianta grassa (bozza)
I post nel blog sono sempre più numerosi come anche gli utenti che cercano e che chiedono informazioni.
Con questa pagina spero di riuscire a eliminare i dubbi più frequenti dei "principianti", in modo anche da limitare le richieste di informazioni che arrivano per email; fermo restando che informazioni dettagliate delle mie esperienze sulla cura delle piante grasse si trovano già nel blog ed è possibile trovarle utilizzando la ricerca o sfogliando i post nelle categorie di interesse.

In questa pagina cercherò di trattare gli argomenti nell'ordine con cui generalmente vengono i dubbi a partire dalla propria prima pianta grassa, le informazioni seguenti sono basilari ed inutili a chi già coltiva succulente con successo da diversi anni, per fornire più informazioni cercherò di essere sintetico non posso quindi dare le spiegazioni approfondite di questi concenti che però si trovano ben descritti nei singoli post del blog, le info fornite serviranno a impostare bene sin dall'inizio ciò che serve per la cura delle succulente e per farle crescere il più possibile in modo simile a come vivono in natura. Quando possibile inserirò i link ai post che nel blog trattano l'argomento più in dettaglio.

Presentazione
Per chi è nuovo del blog una presentazione per capire dove si trova è d'obbligo, sono un giovane libero professionista appassionato di piante in generale, in particolare di piante grasse. Non sono un vivaista, un venditore, un produttore, ho iniziato da bambino veramente piccolo a giocare con terra, semi e piante, ogni tanto mi vengono flash di cose che hanno contribuito a far radicare in me questa passione che ha attraversato diverse fasi e tutt'oggi sono aperto a nuove esperienze e affascinato da nuove piante tra le ultime da qualche anno gli Amorphophallus. Ciò che scrivo è frutto di esperienza e pratica, e non è per forza il modo migliore per fare una cosa, penso sempre che bisogna studiare dagli altri, ma provare, e fare le proprie esperienze... Anche perchè il modo migliore per in una realtà non è il modo migliore in un'altra!

Le basi della coltivazione
Tutto andrà meglio, sarà più facile e si otterranno belle fioriture se si inizierà da subito a trattare le piante nel modo migliore rispettando semplici regole e basilari accorgimenti di igiene e pulizia. Inoltre ogni terrazzo ogni balcone ogni giardino ed ogni appassionato sono diversi e quindi oltre a leggere questo ed altri siti e blog osservate e fate tesoro di ciò che vi mostrano le vostre stesse piante grasse! dopo qualche anno di coltivazione saranno loro a farsi capire e a chiedere!
Un nemico comune alla maggior parte delle piante grasse è il gelo specialmente se associato all'umidità costante.
Nel blog tratto di piante grasse = succulente: distinte in cactacee e non cactaceae, le cactacee sono tutte quelle piante succulente che appartengono alla Famiglia appunto delle Cactaceae, mentre le non cactacee sono tutte le altre piante succulente. Non si può fare una distinzione in base alle spine in quanto tra le cactacee esistono piante senza spine, anche se la maggior parte le hanno, e anche tra le non cactacee esistono piante con spine o parti simili a spine, anche se la maggior parte non ne ha.
Infine il termine piante grasse indica in modo semplicistico migliaia di diverse specie che vivono in condizioni da leggermente a enormemente diverse tra loro e che provengono da i più disparati angoli del globo, quindi non incaponirsi se una determinata pianta muore sempre, ma provare a coltivarne diverse, un anno e mezzo in vostro possesso è il tempo minimo per capire se quella pianta vive bene in mano vostra. Ultima cosa dimenticare i preconcetti come: le piante grasse non fioriscono, le piante grasse vivono nel deserto, le piante grasse non devono mai essere bagnate, le piante grasse sono piante d'appartamento!

Acquisto e rinvaso
All'acquisto controllare la pianta girandola, tastandola delicatamente in particolare a livello in cui esce dal terreno, sollevare il vaso e guardarlo da sotto per controllare che non ci sia cocciniglia e possibilmente tirarla fuori dal vaso per controllare se la terra presenta segni di cocciniglia ossia macchie biancastre dall'aspetto polveroso.
Arrivati a casa immergere il vasetto in acqua e dopo qualche minuto eliminare tutta la terra che si sarà ammorbidita, se non viene via lasciare a bagno un altro pò o rimuoverla con la forza cercando di rovinare il meno possibile le radici di grosso calibro.
Lasciare asciugare la pianta su fogli di giornale per almeno una settimana, se si tratta di "cactus" si può attendere anche un mese o più... tre giorni non bastano! ed essere impazienti aumenta di molto il rischio di insuccesso.
Nel frattempo si può iniziare a preparare la composta per piante grasse che deve essere formata per almeno il 50% in volume da pietroline ossia inerti, l'altro 50% o meno sarà comune terra per gerani, terra venduta come specifica per cactaceae o terra raccolta in un campo.
Trascorso il giusto periodo potrete rinvasare la pianta in un vaso sicuramente più grande di quello in cui vi è stata data, ma non di tanto, giusto 1-2 cm in più. Mettere sul fondo del vaso uno strato drenante di circa 1 cm, riempire il vaso per poco meno di metà della composta da voi preparata, tenere sospesa la pianta all'altezza desiderata e con un cucchiaio aggiungere altra composta sino a raggiungere il bordo del vaso. Batterlo leggermente sul pavimento e aggiungere altra composta sino a che battendo il livello della composta non raggiunge l'attaccatura delle radici al corpo della pianta. A questo punto aggiungere uno strato di materiale inerte (granelli di circa 5mm) sino al bordo del vaso.

Materiali necessari per coltivare piante grasse
Sino ad ora ho parlato di terra, inerti e vasi.
La terra è meglio che sia povera di torba per questo consiglio la comune ed economica terra in genere chiamata terra per gerani o la terra che si può raccogliere in un campo o la terra per piante grasse venduta nei vivai.
Per rendere la composta per le piante grasse più drenante in modo da scongiurare i ristagni d'acqua e quindi i marciumi, sempre in agguato, bisogna costruire la propria composta con una percentuale in volume di inerti uguale o maggiore di quella della terra vera e propria, il risultato finale sarà che quando si innaffia la pianta l'acqua data dall'alto, deve uscire dai fori inferiori del vaso praticamente immediatamente, contemporaneamente deve aver bagnato la terra senza scivolare tra le pareti del vaso e il pane di terra e questo è possibile solo se la percentuale di inerti è elevata.
Ma questi inerti cosa sono? pietre come dicevo prima, ma è importante che siano pietre che non rilasciano sostanze nel terreno, quindi inerti. Allo scopo abbiamo a disposizione moltissimi materiali, purtroppo non sempre facili da reperire in base a vari fattori, ma se ci piacciono le piante grasse troveremo il modo di procurarceli, devono essere di dimensioni ridotte, circa mezzo cm e preferibilmente privi di polvere, i principali e più usati:
lapillo = pietra vulcanica sbriciolata, dal colore rosso, bruno, nero o giallastro.
pomice = pietra vulcanica grigia e molto leggera
sabbia di fiume = sabbia levigata estratta da depositi o letti dei fiumi
La scelta dei vasi per le piante grasse è anche importante:
in base alle personali preferenze possono essere di terra cotta o di plastica, tondi o quadrati; in un vaso di coccio la composta asciugherà prima per evaporazione attraverso le pareti del vaso, in uno di plastica la composta rimarrà umida più a lungo e quindi ci si dovrà regolare di conseguenza con le innaffiature.
In base alle esigenze delle singole piante dovranno essere più o meno alti, in linea di massima piante con radice dura necessitano di vasi 3-4 cm più alti della radice, mentre piante con radici sottili o capillari si adatteranno meglio a vasi più bassi o ciotole.
Molto utile è l'utilizzo di cartellini di plastica, non di legno, su cui scrivere il nome della pianta, questo perchè spesso i nomi sono difficili, o simili, e tornerà utile in futuro sapere velocemente il nome di una determinata pianta, i cartellini migliori sono spessi circa 1mm, larghi 1-2 cm, ed hanno superficie ruvida in modo che ci si possa scrivere con una matita, i pennarelli, per quanto indelebili dopo qualche anno al sole sbiadiscono.

Dove tenere le piante grasse
Non in casa è la prima cosa che mi sento di dire. Mai!
Scegliere un luogo del balcone preferibilmente esposto a sudovest - ovest o nordovest, evitare il sud per il troppo caldo e il nord per la poca luce.
Posizionare le piante su una mensola o uno scaffale o un davanzale (all'esterno) protette dalla pioggia e dal vento forte.
Se si ha la possibilità di fare piccoli lavori metterle a sud, ma schermandole dal sole diretto con teli ombreggianti anche scuri in estate. E tenere sempre a mente il concetto che sono più importanti le ore di luce che l'intensità della luce, quindi una pianta crescerà meglio se tenuta in una posizione molto luminosa dall'alba al tramonto rispetto ad una pianta cresciuta in una posizione ombreggiata con alcune ore di sole diretto.
Inoltre la maggior parte delle piante grasse non ama il sole forte diretto come invece si può credere, alcune seccano, altre si bruciano o rovinano. E qui si può fare una prima grande distinzione sempre molto generale:
più spine ha una pianta più tollera il sole, piante con poche spine o piante senza spine come le non cactacee crescono meglio posizionate più verso nord che verso sud.

Quando bagnare le succulente
Solo da primavera a fine estate.
In base al clima, sicuramente dopo l'ultima gelata, e quindi a seconda che ci si trova più a nord o a sud Italia a partire da marzo o maggio.
Sino a fine estate, anche qui in base al clima, si da l'ultima innaffiatura tra metà settembre e metà novembre, tenere sempre sotto controllo le previsioni per iniziare e terminare le innaffiature.
Come riguardo alla posizione, in linea di massima si può fare una distinzione tra piante con le spine e piante non cactacee
Le piante succulente non cactacee sono in genere più flessibili ed accettano acqua da prima a dopo rispetto alle cactacee, inoltre alcune non cactacee possono necessitare di un pò d'acqua anche in inverno, Personalmente le controllo mensilmente e se troppo disidratate nebulizzo o bagno leggermente (Esempio classico sono le Euphorbiaceae). Mentre riguardo alle cactacee, in inverno, anche se si disidratano troppo non le bagno mai, è sicuro che in primavera torneranno gonfie e vigorose più dell'anno precedente.
Regola di base per le piante grasse, è che quando si innaffiano bisogna farlo per bene, quindi se si hanno poche piante il modo migliore è immergere il vaso in una bacinella d'acqua.
Ogni quanto bagnare le piante è una domanda con risposte troppo differenti in base a molteplici fattori, in linea di massima bagnando ogni 15-20 giorni, si allontaneranno rischi di marciume, ad ogni modo non bagnare sino a che la terra è completamente asciutta.

Concimare le piante grasse
Una pianta grassa cresciuta in composta creata appositamente per lei ha già tutto il necessario per vivere bene e fiorire almeno per 2-4 anni di vita.
La concimazione con concimi specifici, assolutamente poveri di azoto e con microelementi, aiuterà a far crescere le piante in modo più sano e si otterranno piante più resistenti alle malattie e all'alternarsi delle stagioni ai nostri climi.
Un concime più azotato ci darà piante solo apparentemente più grandi ed in salute, ma queste saranno molto più suscettibili ad attacchi di parassiti e più delicate: meglio meno vigorosa che morta!
In genere non do mai il concime secondo le indicazioni dei produttori, ma preferisco darne dosi dimezzate o quasi e più volte, quindi ad es non un misurino per litro una volta al mese, ma un quarto di misurino ogni innaffiatura, quindi ogni 15-20 giorni.

Parassiti e malattie delle piante grasse
Purtroppo come tutte le piante anche le succulente vengono attaccate dai parassiti, questi, oltre al danno diretto sulla pianta spesso possono veicolare infezioni, è quindi preferibile trattare preventivamente le piante contro insetti dannosi e contro i funghi.
Un attacco fungineo o da parte di parassiti può causare semplici macchie alla pianta sino nei casi più gravi portarla alla morte e questo purtroppo non accade raramente.
I nemici principali che dobbiamo combattere sono la cocciniglia e il ragnetto rosso.
Riguardo alle infezioni fungine, batteriche e virali devo ammettere di non essere in grado di fornire informazioni in quanto non ho mai trovato una fonte affidabile di informazioni, ne esperti in tale settore, di contro visto che le cure in questi casi sono preventive o chirurgiche, basta prevenire mantenendo pulite le piante, usando sempre terra nuova e non proveniente da vasi in cui è morta una pianta o sterilizzandola, e preventivamente combattere i parassiti e somministrare fungicidi.
La cocciniglia che è il principale e più diffuso nemico delle piante grasse può presentarsi in varie forme: classica cocciniglia cotonosa, cocciniglia a scudo, e cocciniglia radicale. La prima è la più facile da trovare su nuove piante appena acquistate, o in primavera la si può trovare a gironzolare sotto le spine o sui fusti delle piante, sempre un pò nascosta, quella a scudo invece spesso passa inosservata, appare come una bollicina brunastra o giallastra, con l'esperienza ci si fa l'occhio, è più frequente su piante con poche o senza spine, quella radicale credo che sia uno stato larvale della prima, anche questa la si trova spesso in piante appena acquistate, questo è uno dei motivi per cui è necessario lavare e rinvasare una pianta nuova subito. Se in piena vegetazione una pianta appare depressa e/o non cresce come dovrebbe molto probabilmente è in corso un attacco di cocciniglia.
Il ragnetto rosso è invece una bestiolina silenziosa che ad occhio inesperto sfuggirà sicuramente anche per le dimensioni microscopiche e si scoprirà la sua esistenza solo dopo che avrà fatto danni estesi coprendo interamente una pianta. In genere attacca quando il clima è secco, quindi in appartamento o in piena estate, e sempre a partire dalle zone più tenere della pianta, quindi dall'apice.

Trattare le piante grasse per controllare insetti e malattie
Per la lotta e prevenzione esistono due tipi di farmaci, insetticidi e fungicidi, con due meccanismi di azione, per contatto o sistemici. 
I sistemici vengono assorbiti dalle piante e quindi combattono infezioni e infestazioni dall'interno i più efficaci e usati dai cactofili sono Confidor e Previcur (ma ce ne sono altri) devono essere usati solo quando la pianta è capace di assorbirli quindi solo dopo che è iniziata la fase vegetativa, si fanno due trattamenti l'anno, uno con la seconda innaffiatura e uno con l'ultima, sono mescolabili, quindi possono essere dati insieme.
I prodotti insetticidi da contatto sono molti, e sono molto più economici, sono efficaci solo se c'è una infestazione in atto e in genere sono attivi per qualche giorno dopo la somministrazione con funzione di deterrente, è consigliabile usarli anche su piante vicine alla pianta visibilmente colpita. Un esempio è il Reldan22.
I fungicidi non sistemici sono principalmente a base rameica o di zolfo o di entrambi, si usano in genere nebulizzati in autunno ed inverno, lo zolfo ha buona efficacia, ma ha la controindicazione di essere fitotossico ad alte temperature e inattivo a basse temperature, quindi inutile in piena estate e in inverno.
Infine, la chirurgia è l'unica possibilità per trattare piante colpite da marciume, questo si presenta in vari modi: il marciume del colletto, compare appunto al colletto, la base della pianta, se preso in tempo si può asportare la parte marcia con cucchiai, taglierini, escavatori, rimuovendo il tessuto sino a che non risulta bianco. Altro marciume si verifica in un punto del fusto della pianta e in questi casi se le radici non sono state coinvolte, tagliando sotto la zona di marciume, alcune piante gettano nuovi fusti a partire dalle radici o dalla parte di fusto rimasta, contemporaneamente, se il marciume non coinvolge l'apice vegetativo, tagliando la parte marcia si può tentare di salvare parte della pianta con innesto o semplicemente provando a farla radicare come fosse una talea. In ogni caso in seguito a chirurgia è necessario disinfettare i tagli con polvere di zolfo o cenere di legna.

Gruppi di piante grasse con caratteristiche simili
Molto molto in generale, si possono creare gruppi di piante grasse in base ad aspetti che le accomunano, questo può essere utile per tenere vicine piante che necessitano delle stesse attenzioni:
Le Opuntia sono in genere molto resistenti al freddo.
Le cactaceae sono molto più resistenti delle non cactacee al freddo.
I Lithops, Conophytum e simili necessitano di innaffiature in periodi ben precisi dell'anno, un pò differenti dalle altre piante grasse.
Le piante con più spine sono più resistenti ai raggi solari.
I Gymnocalycium le Lophophora e altre piante senza o con poche spine non sopportano il sole diretto.
Le piante grasse con foglie gradiscono concimi leggermente più azotati e acqua più frequentemente nel periodo vegetativo.
Alcune piante vegetano in inverno un esempio è il Senecio kleinia, non stupirsi quindi se producono le foglie a settembre per seccarle a fine inverno.
Si potrebbero fare diversi raggruppamenti, questo è utile quando si hanno numerose piante per dividerle e tenere insieme quelle con caratteristiche simili, in questo modo sarà più facile gestirle. Quindi è sempre bene identificare le proprie piante e studiare sempre le diverse esigenze in modo da curarle sempre al meglio.

Come tenere le piante grasse in inverno
Anche qui la prima cosa che mi viene in mente è non in casa. Mai! ci sono poi persone "costrette" a portare le piante in casa, ma questo almeno per quel che riguarda le cactacee è solo questione di pigrizia, nel senso che basterebbero alcuni accorgimenti per far superare l'inverno ai cactus senza problemi... a meno che non si vive dove la temperatura scende a -15! Mentre riguardo alle non cactacee, alcune specie più sensibili al freddo non potrebbero resistere all'esterno neanche in una serra fredda, quindi se non si è in grado di farle resistere in inverno è meglio non comprarle...
In particolare molte cactaceae necessitano del riposo invernale, per alcune è essenziale per poter offrire una bella fioritura.
In inverno le piante grasse non vanno bagnate almeno da ottobre ad aprile, qualche eccezione va fatta per le non cactacee.
In città in genere la temperatura si mantiene sempre almeno qualche grado sopra lo zero
se il clima è rigido e la temperatura scende per periodi brevi o prolungati sotto zero, pochissime piante potrebbero resistere senza protezione, questo è il caso del nord Italia specialmente fuori città, al centro invece più spesso, si possono verificare gelate notturne che fortunatamente risparmiano la maggior parte delle piante, ma sono spesso fatali per quasi tutte le non cactacee, al sud invece in genere l'inverno è più breve e più mite e solitamente è più che sufficiente accostare le piante ad un muro e sospendere le innaffiature perchè superino l'inverno senza danni.
In generale è sempre utile disporre di una serra fredda, di una serra smontabile o almeno coprire gli scaffali o i singoli vasi con coperture traspiranti tipo tnt
La maggior parte delle piante comuni in vendita nei vivai resistono bene all'inverno in città ma sempre e solo se tenute completamente a secco.

La moltiplicazione delle succulente
Il modo migliore per ottenere nuovi esemplari con unico patrimonio genetico è la semina. Certo non è il modo più facile, ma da tante soddisfazioni, e in genere le nuove piante fioriscono dopo 2-4 anni.
Metodo molto più veloce pratico ed economico è la talea, che può essere di fusto per tutte le succulente e le cactacee a corpo allungato o che emettono polloni o di foglia, per alcune non cactacee, in ogni caso il procedimento è lo stesso, si taglia o stacca la parte da far radicare, la si lascia all'aria ad asciugare per diversi giorni... più si aspetta meglio è, spesso è la stessa talea a dirci di essere pronta, emettendo radici senza terra, e una volta emesse radici si interra e si inizia a trattare come una pianta adulta, quindi si inizia a bagnare in primavera. Volendo si può effettuare un passaggio intermedio, ossia dopo che il taglio è ben asciugato e cicatrizzato, si appoggia la talea in un contenitore pieno di sabbia, pomice o lapillo secchi, e la si lascia così sino a che non accenna a crescere, a qual punto la si tira fuori e la si interra.
Alcune piante possono però essere riprodotte esclusivamente da seme!

la semina delle piante grasse
vedi la pagina dedicata alla semina e i vari articoli nel blog

Come ottenere semi e come conservarli
Finalmente la mia bella succulenta ha fiorito! chissà quanti semi produrrà! ho già pronto il germinatoio e letto tutto sulle tecniche di semina! ma... strano il fiore è caduto, niente semi! sfortunatamente non tutte le piante grasse sono in grado di formare semi autonomamente in quanto molte sono autosterili, mentre quelle in grado di autoimpollinarsi si dicono autofertili. Solo conoscere le proprie piante potrà essere d'aiuto, purtroppo neanche sui libri specifici è mensionato questo fattore. quindi bisogna provare, osservare e chiedere a chi coltiva da più tempo. In linea di massima l'impollinazione delle cactacee è molto semplice, se si tratta di piante autosterili, bisogna avere due esemplari uguali (per ottenere piante della stessa specie senza particolari variazioni) in contemporanea fioritura, poi con una pinzetta o pennellino si raccoglie il polline dell'una appoggiandolo sul pistillo dell'altra e viceversa, per piante autofertili il gioco è semplicissimo, basta agitare un pennellino, bastoncino o dito all'interno del fiore. Un fiore impollinato in genere non si apre più e lentamente mentre secca ingrossa la sua base formando il frutto, il frutto quando maturo in genere si spacca e possiamo raccogliere i semi se non ci hanno già pensato le formiche o il vento, l'esperienza insegnerà a capire quando il frutto è pronto per essere raccolto intero in modo da non perdere neanche un seme!
Il discorso per le non cactacee è molto differente in quanto appartengono a molte famiglie con fiori e tecniche di impollinazione a volte molto curiose o attuabili solo da particolari insetti ameno che non si conosca a menadito l'anatomia del fiore della pianta in questione, l'esempio più significativo sono le asclepiadaceae. 

Come innestare le piante grasse e perchè?
L'innesto delle piante grasse è una pratica molto diffusa, permette di velocizzare la crescita di una pianta a partire da una parte del fusto o da un semenzale, ad esempio con l'innesto un semenzale che impiegherebbe 4 anni a fiorire può fiorire già dal primo anno! oltre che per la velocità di fioritura che permette quindi di avere velocemente semi, gli innesti tornano molto utili se vogliamo provare a recuperare una pianta che ad esempio è stata attaccata da marciume del colletto, se presa in tempo. Oppure ci sono piante molto delicate o molto lente a crescere che si possono innestare in modo da avere meno problemi durante la coltivazione. Questo mi ricorda che in Indonesia tutte le cactacee vendute nei vivai sono innestate su hylocereus, questo perchè è un portainnesto che resiste al clima costantemente umido di quel paese.
Le tecniche di innesto sono diverse, ma sostanzialmente bisogna trovare due piante compatibili, tagliarle e unirle cercando di far coincidere i fasci vascolari dell'una con quelli dell'altra tenendo uniti i due vegetali con elastici ad esempio, per almeno 15 giorni.
Il periodo migliore per gli innesti è sempre quando c'è la ripresa vegetativa se si fanno all'aperto, o tutto l'anno se si fanno sotto i neon.

come conoscere meglio le piante grasse
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