Pianta grassa a Cuore - Hoya kerrii

Hoya_kerrii_hoya_lucky_heart

Hoya kerrii - hoya lucky heart: le Hoya sono Asclepiadaceae (Apocynaceae) originarie di Asia e Australia.

Osservando le chiavi di ricerca che portano a questo blog, a parte alcune curiose (un giorno ne farò una lista) se ne trovano altre invece molto interessanti che mi stimolano a scrivere nuovi post, ad es "pianta grassa a forma di cuore": non ho potuto non pensare alla mia piccola Hoya kerrii, ribattezzata da IKEA "hoya lucky heart", e venduta in migliaia di esemplari a 2.49€ in minuscoli vasetti smaltati rossi o bianchi senza buco. Le Hoya anche se non rientrano proprio tra le piante grasse, spesso vengono accomunate a queste. (Un'altra pianta grassa con foglie più piccole a cuoricino è la Ceropegia woodii).

Molte persone passeggiando tra gli scaffali del grande magazzino, vedendo questa pianta avranno pensato:

  1. E' vera o di plastica? le Hoya hanno tutte delle foglie molto rigide, lucide, effettivamente si stenta a credere che una cosa così sia viva...
  2. Se è vera, che forma ha la pianta da grande? intanto c'è da premettere che il cuore è solo una foglia adulta, in realtà la pianta è una rampicante/strisciante, con rami foglie e fiori.
  3. Crescerà? Riguardo alla possibilità di attecchimento/crescita, rinvasando la pianta ho visto che non si tratta di semplici foglie ficcate nel terreno, ma sono già radicate, e non è il primo caso di pianta che si può moltiplicare partendo da una foglia. Quindi anche se il modo migliore per moltiplicare una hoya è fare talee di circa 20 cm con almeno 4 foglie, possiamo sperare che le nostre piccole lucky heart genereranno piante adulte (ma c'è anche una buona possibilità che non emetta germogli), il problema è che lo sviluppo iniziale sarà molto più lento rispetto ad una talea di 20 cm che è già lenta per conto suo.
  4. Come si chiama? Hoya kerrii, ne esiste una variante chiamata Hoya kerrii albomarginata, ma non è quella venduta all'IKEA, almeno a Roma, ha sempre le foglie a cuore, ma i margini sono albini, il confine tra il bianco e il verde della foglia è irregolare

Per la coltivazione della Hoya kerrii è necessario rinvasare subito la pianta togliendo parte della fibra di cocco in cui è cresciuta, e preparando una buona composta con alta percentuale di inerti.

In inverno è bene tenerla in casa o in serra fredda, ma sempre in luogo molto luminoso, evitando il sole diretto soprattutto in estate. Non necessita di vasi molto grandi, che comunque vengono presto invasi dalle radici. Può essere bagnata frequentemente, sempre senza lasciare ristagni. In inverno può essere bagnata ogni 20 giorni.

La mia esperienza con le Hoya

Tempo fa presi da mia zia delle talee di Hoya carnosa, queste iniziarono a crescere solo l'anno successivo e fiorirono solo dopo 3 anni. Mi limitai ad interrare le talee tenedole all'aperto, attecchirono tutte, ma recentemente ho scoperto che il modo migliore per velocizzare l'attecchimento di queste talee e tenere il vaso in un sacchetto di plastica trasparente per i primi mesi, in questo modo credo che avrei risparmiato il primo anno.

hoya-carnosa-fiore In generale le hoya hanno hanno crescita lenta, iniziano a svegliarsi verso marzo gettando coppie di piccole foglie marroni/porpora scuro, che crescendo durante tutta la bella stagione diventano verdi, grandi circa 10 cm, molto rigide, si spezzano se si prova a piegarle. Le nuove foglie nascono da lunghi rami spogli generati l'anno precedente per portare i fiori, dopo i fiori cadono e per tutto l'inverno rimangono questi cordoni marroncini spogli. Essendo a crescita lenta, e sempreverdi, le foglie tendono a coprirsi di polvere è bene spolverarle e passare un panno umido per farle ritornare lucide/cerate. Personalmente lo faccio una volta l'anno, prima dell'inizio della fase vegetativa, per evitare di spezzare i nuovi germogli.

I fiori sono molto belli, sembrano dei fuochi d'artificio, spuntano in grappoli di 10-30 e formano delle semisfere. Sono a forma di stella di 1-1,5cm e come il resto della pianta sembrano finti, hanno i petali vellutati, mentre la parte centrale riproduttiva è durissima sembra plastica. Questi mazzetti hanno colori che vanno dal rosa chiaro/bianco al viola scuro/marrone a seconda della specie. Sono molto eleganti e fortunatamente rimangono aperti per molti giorni.

Deve essere predisposto un supporto dove ancorare i rami manualmente, non è dotata di "accessori" per arrampicarsi, ma se addossata ad una rete tende ad attorcigliarsi alle maglie.

Le malattie e parassiti che possono colpire le Hoya sono marciume radicale, afidi gialli e cocciniglie abbastanza difficili da debellare manualmente quando colpiscono i fiori. Generalmente viene colpita prima da afidi gialli sui nuovi germogli in primavera, poi con la fioritura in estate, i peduncoli dei fiori permettono alla cocciniglia di annidarsi.

Eccedendo con le annaffiature le foglie diventano gialle, è sempre richiesto un buon drenaggio. Le foglie tendono a "macchiarsi" se vengono spruzzate con insetticidi.

Auguri a tutti per la vostra Hoya, non scoraggiatevi, posterò le foto dei primi germogli della piccola Hoya kerrii!

Argomenti correlati:

- Hoya kerrii ikea che produce nuove foglie

- Monografia sulle piante Hoya

- Foto fiori Hoya carnosa

Lithops capsula semi



Per provocare l'apertura di una capsula di semi di Lithops è sufficiente bagnarla con una goccia d'acqua... è un giochino divertente, dopo la capsula si richiude e secca, ed è subito pronta per ricominciare.

[Aggiornamento] Ho scoperto casualmente che un sito che reputo molto interessante, in quanto presenta una grande galleria di foto di Lithops e molte altre utili informazioni per l'identificazione di queste piante sasso ha inserito questo mio "video" abbastanza improvvisato dell'apertura di una capsula di Lithops, in una sua nuova sezione http://www.lithops.info/en/gallery/videos.html, il sito merita una visita ed è essenziale per riconoscere i Lithops se desiderate comprare semi o piante dal negozio di Uwe Beyer (in quanto molte non hanno foto).

Argomenti correlati:
- Capsula semi Aptenia cordifolia

Rinvasare piante grasse

Questo post vale sia per il rinvaso di piante appena comprate che per piante già in collezione da anni.

Nell'ultima settimana la mia collezione di piante grasse ha acquisito parecchi nuovi esemplari (aprile 2008), dato che nei vivai (non specializzati) e nei mercati sono arrivati i nuovi carrelli e finalmente si trovano molte nuove piante dopo la stasi invernale, a prezzi più che abbordabili, anche da venditori non specializzati in succulente si può trovare qualcosa di interessante.

Immagino che molti di voi si troveranno nella mia stessa situazione, quindi oggi vorrei sottolineare l'importanza del primo rinvaso.
La maggior parte delle persone dopo aver comprato una pianta grassa corre a casa a metterla in un vaso più grande, dato che i vasi in cui vengono vendute sono minuscoli, e a volte più piccoli della pianta stessa, quasi sempre le radici escono dai buchi inferiori, ed hanno invaso l'intero pane di torba, ma nella corsa al rinvaso, non bisogna dimenticare che .....

1) Il vaso
: deve essere adeguato alla pianta, alcune hanno radici che si sviluppano molto in profondità e travasarle in un vaso troppo basso, porterebbe un beneficio momentaneo, ma non permetterebbe alla pianta di esprimere tutto il suo potenziale accrescimento nella bella stagione, quindi come prima cosa cercate di identificare le piante comprate o osservate bene le loro radici, in linea di massima le piante che hanno una sola o poche grosse radici (a fittone o napiformi), con poche radichette laterali, necessitano di vasi abbastanza alti, anche più del triplo del loro diametro, mentre piante che hanno un ingarbugliamento di radici sottili si adattano alla forma del vaso. Generalmente, per permettere l'inserimento di un buon drenaggio sul fondo del vaso, è bene usare sempre vasi abbastanza alti a prescindere dalla forma della radice.

2) Il materiale del vaso: nonostante i vasi di coccio a mio avviso siano più estetici e permettano una maggiore respirazione ed una più veloce asciugatura del terreno, è preferibile utilizzare vasi di plastica, questo perchè in un successivo rinvaso, le radici potrebbero essere cresciute sino a raggiungere le pareti di coccio, ancorandovisi, e quindi sarebbe più difficile tirare fuori la pianta, e sarebbe indispensabile strappare le radici più esterne. Quelli in plastica sono più leggeri, economici e (con un pò di difficoltà) è possibile trovare vasi in plastica quadrati, che permettono di risparmiare spazio e gestire più facilmente le proprie piante.

3) La torba: generalmente utilizzata senza aggiunta di inerti, forma un panetto compatto... Comprando piante in un vivaio specializzato in cactacee e succulente non ci sarà questo problema perchè viene utilizzata una composta adeguata... Qui entriamo nel punto caldo del post. Ancora mi chiedo come facciano i vivai a tenere le piante grasse sempre zuppe e sempre in torba ... la risposta più facile è che sono abbuffate di fungicidi, ma non sempre, infatti mi è capitato più volte di trovare in vivaio piante in fin di vita, o malate o per evitare questo, tenute a secco totale con il pane di torba rinsecchito e duro. Le nursery (a parte quelle specializzate) tengono le piante in torba, perchè è un ottimo substrato per una crescita veloce della pianta, è economica e facilmente gestibile, inoltre se perdono qualche piante non è un problema, ma nelle mani sbagliate, o con il crescere della pianta, diventa un'arma a doppio taglio, in quanto a lungo andare soffoca la pianta, quando si asciuga completamente diventa quasi impermeabile, permette il proliferare di mosca sciara e per finire: avete mai visto ad es in Messico un appezzamento di "torba"???... non rispecchia le caratteristiche dei terreni di origine delle piante grasse.
La prima cosa da fare è liberare la pianta dalla torba (alcuni dicono completamente a costo di spezzare molte radici, altri dicono il più possibile in modo da rovinarle il meno possibile). Secondo me dipende dai casi, dal tipo di radici, dal tipo di pianta, valuto di volta in volta, generalmente rimuovo sempre più torba possibile, a mano, i pezzi più grossi a secco, poi se non sono riuscito a eliminare bene la torba al livello del colletto immergo la pianta in acqua qualche minuto e tolgo altra torba, stando attento a togliere tutta quella a livello del colletto, poi asciugo la pianta con carta di giornale, il più delicatamente possibile. Parlando di radici, capita spesso in piante che possediamo da qualche anno, di trovare molte radici secche, è normale, le possiamo togliere, anche se sono ancora attaccate alla pianta, ma non devono oppore resistenza, altrimenti meglio lasciarle o tagliarle con forbici.

E' tassativo eliminare tutta la torba a costo di dimezzare le radici se si ha qualche sospetto o se si trova un nido di cocciniglia come questo.

cocciniglia-radici
4) Quando: In che periodo rinvasare le piante? a meno che non si tratti di piante in torba, appena comprate (da rinvasare immediatamente!), il periodo migliore per il rinvaso è prima dell'inizio della fase vegetativa, quindi verso la fine dell'inverno... marzo/maggio (o durante), è anche vero che alcune piante in certe zone italiane fioriscono già in questo periodo, quindi conoscendo indicativamente l'abitudine di fioritura della vostra pianta rinvasare prima della fioritura, non durante.

5) L'attesa
: è importante permettere la cicatrizzazione delle radici che si saranno spezzate durante la rimozione della vecchia terra/torba. Quindi prima di rinvasare, attendere dai 3 ai 20 giorni mantenendo le piante in un luogo asciutto, areato, su fogli di giornale. Una pratica del genere ucciderebbe in pochi giorni qualsiasi altra pianta, ma non le piante grasse, che resistono benissimo a questo shock, è da tenere presente che per le succulente è meglio limitarsi ad una settimana, mentre le cactacee possono resistere anche più di un mese, ma sono sufficienti 7-15 giorni. radici_nude

6) rinvaso
: utilizzare la composta più adatta alla pianta da rinvasare. Una composta comune (40% terra 60% inerti) contiene un'alta percentuale di inerti in modo da garantire un buon drenaggio evitando ristagni di acqua e permettendo una buona areazione al terreno. La quantità inerti/terra può variare anche di molto in base elle esigenze specifiche di una pianta.
Non pressare la composta quando si ripianta, limitarsi a battere leggermente il vaso sul pavimento.

7) l'acqua
: è bene attendere qualche giorno prima di bagnare, e farlo gradualmente, prima una nebulizzata, poi mezzo bicchiere d'acqua e poi quando la composta si è riasciugata fare un innaffiatura completa sino a far uscire l'acqua dal foro inferiore; questo se avete fatto il rinvaso in un periodo in cui la pianta richiede annaffiature, altrimenti iniziare a bagnare in primavera. Si può fare una nebulizzata o annaffiare prima se la pianta succulenta (non cactacea) mostra segni pesanti di disidratazione.

8) Il concime: generalmente dopo il rinvaso la terra è più ricca di elementi rispetto alla terra tolta dal vaso precedente, quindi non è necessario concimare, ma se si desidera o se la pianta è a crescita veloce si può somministrare concime, meglio se in dosi ridotte o dimezzate rispetto a quanto scritto sull'etichetta; in alternativa si può aggiungere concime granulare a lenta cessione, da inserire nella composta durante la preparazione in dose di circa un cucchiaio da minestra ogni 4-5 litri di composta. In ogni caso il concime per le piante grasse deve essere povero di azoto o specifico per piante grasse. Personalmente non aggiungo concime, solo durante la fase vegetativa lo aggiungo all'acqua di innaffiatura una max 2 volte, e quando ne ho a disposizione aggiungo un pò di concime a lenta cessione durante la preparazione della composta.

- Video guida al rinvaso delle piante grasse