Moltissime piante grasse formano con le loro spine, coste e/o foglie disegni geometrici perfetti, spesso riconducibili a spirali (spirale logaritmica o spirale aurea).
Per maggiori informazioni sui frattali consiglio il sito di Laura Lotti (da cui proviene la foto del post)
Frattali e cactus
Piante e cellulari
Da oggi in poi quando le tue piante avranno sete, non si limiteranno a raggrinzirsi e seccarsi in silenzio, ma ti chiameranno sul cellulare!!!
Questa è una delle originali idee di Botanicalls, sul sito trovate le dettagliate informazioni per costruirvelo.. cosa? il Botanicalls Twitter DIY un "semplice" giocattolo tecnologico che con due sonde nel terreno vi avvisa con un messaggio del cambiamento di condizioni del terreno della vostra pianta.
In pratica quando tra le due sonde l'umidità scende sotto una certa soglia parte un segnale che attiva il telefono a mandare un messaggio a Twitter (è necessario registrarsi al sito).
Inoltre chiamando la vostra pianta, questa risponderà e vi informerà sulle sue preferenze di habitat e sulle sue caratteristiche.
Il Twitter è una specie di messaggistica istantanea usato per comunicare ad altri il proprio "stato" ad es. "Oggi sono felice, è sbocciato il primo fiore in balcone" (un pò come la frase personale vicino ai contatti Messenger). Che quindi utilizzato in questo modo manderebbe un messaggio tipo "Mi sto seccando, annaffia!!!"
E' vero che con le piante grasse il problema di troppa poca acqua non si verifica mai, in caso il problema è opposto, ma sarà possibile configurarlo al contrario, ad es invece di mandare un segnale quando la terra è troppo secca, si potrebbe far mandare un segnale quando la terra da secca diventa bagnata, in modo da proteggersi da "favori" non voluti che potremmo ricevere da mogli, madri, cameriere, ecc.., che pensando di farci felici inondano i vasi delle nostre grasse pensando di fare del bene... e magari in pieno inverno! :)
Il sito Botanicalls è abbastanza curioso, inizialmente pensavo fosse uno scherzo... e lo penserete anche voi leggendo la frase di presentazione dove affermano di aprire un nuovo canale di comunicazione tra piante e umani con lo scopo di promuovere una vincente comprensione inter-specie.... vale un'occhiata.
Lophophora - Foto
Spettacolare Lophophora deve avere decine di anni anche se l'innesto ha velocizzato la crescita; è veramente bella e particolare, mai vista una così!!
E non è l'unica che Elmariner possiede in quel di Bombay, ecco qualche altra foto:
Qualche altra foto di Lophophora trovata su fotki.com, queste sono di Panos & Stavros:
Lophophora koehresii
Lophophora fricii
Lophophora decipiens
Williamsii var. caespitosa
Lophophora jourdaniana
Ancora un pò di foto da non perdere, queste sono Lophophora nate da seme del Prof.Muthandi.
Per chi fosse interessato al genere Lophophora esistono alcune specie e sottospecie:
Lophophora diffusa
Lophophora diffusa var. Koehresii
Lophophora echinata
Lophophora echinata var. diffusa
Lophophora echinata var. lutea
Lophophora fricii
Lophophora jourdaniana
Lophophora lewinii
Lophophora lutea
Lophophora williamsii
Lophophora williamsii var. decipiens
Lophophora williamsii var. lewinii
Lophophora williamsii var. eintroque
Lophophora williamsii var. texensis
(Probabilmente alcuni sono sinonimi, ho trovato molte altre varietà, ma non trovando nessuna foto e non essendo mai menzionati in internet penso che siano solo sinonimi).
Trovare foto e informazioni di specie differenti dalla diffusa e williamsii è difficile... per non parlare di trovare esemplari in commercio... un pò di info le ho raccolte, posterò prima o poi (iscriviti al Feed).
Scilla violacea - Ledebouria socialis
La Scilla violacea è originaria del Sud Africa.
Ha caratteristiche foglie leopardate, gommose, vellutate al tatto, ma non carnose come quelle delle succulente. La superficie esterna dei bulbi e la prima parte della pagina inferiore delle foglie è viola/bordeaux.
I fiori possono sembrare insignificanti, sono piccoli, raggruppati in pannocchie di 20-40; sono verdi e bianchi, ma hanno caratteristici filamenti che a metà della loro lunghezza diventano di netto viola brillante, questo rende i suoi piccoli fiori molto belli se visti da vicino [filamento + antera = Stame (portatore di polline)]
La maggior parte degli autori classifica la Scilla violacea nella famiglia delle Liliaceae.
Rientra tra le piante grasse, come queste, per una buona coltivazione esige un terreno ben drenato, va tenuta a mezz'ombra o comunque non al sole diretto.
Se per la maggior parte delle piante grasse la richiesta d'acqua è scarsa o quasi nulla, la Scilla violacea deve essere bagnata regolarmente, facendo sempre attenzione a non lasciare il terreno zuppo per molti giorni consecutivi (per questo motivo il terreno deve essere drenante come quello per le succulente), le sue riserve d'acqua sono i bulbi e in inverno si possono interrompere le annaffiature, e bagnare poco ogni 2/3 settimane; se il clima è particolarmente rigido, la pianta perde le foglie, quindi è necessario sospendere completamente le annaffiature sino a che non mostra di aver ripreso la fase vegetativa.
Può essere cresciuta come pianta grassa d'appartamento (in questo caso bagnare anche d'inverno, quando il terreno superficiale si asciuga). Gradisce una buona umidità nell'aria quindi va coltivata vicino a piante a foglia larga che creano un microabiente umido e/o appoggiando il vaso in un capiente sottovaso pieno d'acqua dopo aver distribuito un alto strato di materiale drenante sul fondo del vaso, evitando così di far rimanere zuppa la terra in cui la Scilla violacea ha le radici, ma garantendo una buona umidità nell'aria intorno alle foglie.
La pianta non si sviluppa molto in altezza, raggiunge al max 20cm, ma sviluppa molti bulbi laterali, che possono essere staccati e ripiantati generando nuove piante; non ho informazioni sulla riproduzione per seme.
A lungo andare crea folti gruppetti, che al centro e sud Italia possono essere piantati in piena terra regalando un tocco esotico al giardino.
Altre foto della pianta cresciuta dopo essere stata rinvasata.
All'estero è molto conosciuta con il nome latino Ledebouria socialis, ma viene usualmente chiamata Silver Squill o Silver Leopards, in Italia il nome più usato è Scilla violacea.
Dipartimento di Botanica :: Università di Catania
In una delle mie ricerche a "cascata" mi sono imbattuto per caso nel sito del Dipartimento di Botanica dell'Università di Catania, in particolare nella sezione "Tavole di anatomia dei vegetali vascolari". Non posso non consigliarvi questo viaggio tra le tavole, che in pochi click vi mostreranno un fantastico mondo microscopico... invisibile ad occhio nudo.
In particolare per noi cactofili:
Sezione trasversale di radice di Opuntia sp. Fico d'india.
Tessuto laticifero apociziale di Euphorbia sp. Vi sarà capitato di toccare troppo vigorosamente un'Euphorbia?! ecco da dove origina quel lattice che esce dalle piccole ferite procurate alla pianta.
Per cultura generale avete il dovere di guardare queste:
Tavola II - Fasi di mitosi
Ma anche queste immagini di Aristolochia sono fantastiche (almeno per me):
Fusto Aristolochia sp. sezione trasversale
Fusto sez. trasversale
Fusto Aristolochia littoralis sez. trasversale
Lenticella del fusto sezione trasversale
(L'Aristolochia è una delle piante che preferisco, cercherò di scrivere un articolo al più presto)
Concludo complimentandomi con L'Università di Catania, che sia di esempio per gli altri atenei nel condividere materiali così interessanti.
Mammillaria schiedeana
La Mammillaria schiedeana ssp schiedeana è originaria del Messico, qui si può vedere la mappa di distribuzione.
Cactacea a forma di mezza sfera /cuscino, a volte più cilindrica, di colore verde scuro, con spine giallo chiaro raggruppate in areole circolari, tutte sullo stesso piano, che si staccano facilmente se maneggiate, quindi attenzione ai rinvasi.
La Mammillaria schiedeana arriva a 10 cm di diametro. In inverno, quando è in riposo, le spine sono molto più ravvicinate, facendola assomigliare ad un gomitolo di lana, mentre quando è in crescita, si rigonfia e i mammelloni si distanziano allontando le corone di spine tra loro. La crescita è lenta, ma attiva in estate con la produzione di nuove teste.
I fiori della schiedeana sottospecie schiedeana sono bianchi tendenti al giallo chiaro; sono aderenti al corpo, ne sbocciano 3-5 contemporaneamente, e altri sono pronti a sbocciare appena si chiudono i primi.
Ha la radice napiforme, larga come il corpo, molto robusta e lunga, quasi cilindrica, solo negli ultimi cm si conicizza. Con l'età, frequentemente, spuntano nuove teste alla base o ai lati della pianta che si accrescono da piccoli addensamenti di spine giallognole.
D'inverno resisite a temperature molto basse (-4 °C)
Ne esistono tre sottospecie:
Mammillaria schiedeana ssp schiedeana (quella delle foto)
Mammillaria schiedeana ssp dumetorum (fiori bianchi)
Mammillaria schiedeana ssp giselae (fiori rosa)
La moltiplicazione avviene principalmente per seme, è anche possibile affrancare le teste che spuntano alla base della pianta madre, ma un collezionista preferirà mantenere la pianta madre intatta.
Sterilizzazione e disinfezione
Quando decidiamo di seminare piante grasse, possiamo fare come avremmo fatto per qualsiasi altra pianta, ossia prendere vaso, terra, semi e seminare... avremo buoni risultati. Ma con il passare del tempo vi renderete conto, che c'è bisogno di ottimizzare la resa dei semi, ed in particolare lo spazio occupato dalle semine. Per resa dei semi intendo percentuale di germinazione e cosa più importante percentuale di piante che arrivano a 2-3 anni di vita, e che quindi in questo lasso di tempo non vengono attaccati da funghi, coperti di alghe o mangiati da più o meno simpatici animaletti. Anche lo spazio occupato dipende in qualche modo da questo perchè in una contenitore di 7x7 cm posso seminare e far arrivare a 2 anni di vita 25 piantine, ma se la resa non è ottima avrò ad es 10 piantine, e alla fine dei conti è un peccato, in 10 contenitori (e quando inizierete a seminare vi renderete conto che 10 contenitori di semine sono pochi :D) avrete 100 piantine e non 250, come invece potevate avere nello stesso spazio occupato.
Con i termini sterilizzazione e disinfezione si intende eliminazione di batteri, alghe, funghi.
La sterilizzazione comporta un'eliminazione completa, totale, di organismi più o meno grandi, di batteri, virus, alghe, funghi, e delle loro spore (si usa ad es per i ferri chirurgici).
La disinfezione invece non elimina completamente, ma abbassa di molto la quantità di questi patogeni dall'oggetto disinfettato (ad es. quando versa acqua ossigenata su una ferita).
Entrambe si possono ottenere in diversi modi, con mezzi fisici (calore, radiazioni elettromagnetiche) o chimici (ipoclorito di sodio, acqua ossigenata, alcool). Quello da cui noi dobbiamo eliminare i patogeni per le nostre piante è la composta e i contenitori, i più precisi disinfettano anche i semi (attenzione: i semi non vanno sterilizzati, altrimenti perderebbero la capacità di germinare, ma vanno disinfettati).
Inoltre c'è da tener presente, che più l'organismo da uccidere è grosso, più sarà facile eliminarlo, quindi basterà una bollitura per eliminare uova e parassiti, e la maggior parte dei batteri, ma virus e spore sono molto molto più resistenti!
Per rendere i materiali per la nostra semina più puliti possibile in modo da ottenere una maggiore percentuale di germinazione e garantire la crescita al maggior numero possibile di piantine nate, procederemo in due modi: sterilizzeremo la composta (terra e inerti) e disinfetteremo gli oggetti (contenitori, secchio, cucchiaio, pinzette, cartellini) ossia tutto quello che utilizzeremo per la semina.
Iniziamo disinfettando gli oggetti: prendiamo un secchio, lo riempiamo di acqua calda, e per ogni litro di acqua aggiungiamo 15 ml di ipoclorito di sodio (Amuchina o varechina, anche la candeggina va bene, ma spesso nei flaconi sono aggiunti detersivi e profumi). Immergiamo nel secchio i contenitori e il cucchiaio, e lasciamo a bagno per un'oretta. L'ipocolorito è altamente sbiancante e irritante per gli occhi e pelle, quindi maneggiatelo con cura, facendo attenzione agli schizzi, che rovinerebbero irreparabilmente i vostri vestiti... per non parlare degli occhi!! quindi attenzione!!!
Passiamo alla sterilizzazione della composta: ci sono varie tecniche e varie correnti di pensiero, tra cui una che dice che è bene sterilizzare la componente inorganica della composta (lapillo, pomice, ecc...) ma di non sterilizzare la terra, in quanto contiene batteri utili. Personalmente, sterilizzo tutto, in quanto è la terra che contiene la maggior parte dei funghi, larve e semi.
I metodi principali sono due, nel forno o nella pentola a pressione (o autoclave) l'autoclave sarebbe la cosa migliore, perchè e automatica, ma la pentola a pressione è la stessa cosa.
Nel forno: accendete il forno al massimo, inserite una teglia e lasciate riscaldare, nel frattempo mettete la vostra composta, dopo averla bagnata con acqua, in uno o più fogli di alluminio e fate dei cartocci, metteteli nel forno caldo sopra la teglia chiudete e dopo 20-30 minuti toglieteli. Questo può bastare, ma se volete essere precisi, inserite i cartocci caldi ancora chiusi in un secchio d'acqua fredda per qualche minuto e ripetete il ciclo nel forno.
Nella pentola a pressione: mettete due dita d'acqua nella pentola, inserite la composta bagnata/umida in un barattolo di vetro, pirex sarebbe meglio, non chiudete il barattolo con il tappo! chiudete la pentola e accendete il fuoco per 20-30 minuti. Invece del barattolo di vetro potete usare un cartoccio di alluminio non chiuso ermeticamente. Oppure sono in vendita buste di plastica che resistono ad alte temperature, se usate queste, fate allo stesso modo, sempre senza chiudere ermeticamente la busta.
Un discreto metodo, forse meno impegnativo, che però non eliminerà tutte le spore di funghi, a meno che non ripetuto diverse volte, è la semplice bollitura in pentola per 30 minuti, in questo caso, mettete la composta in un pentolone, coprite d'acqua almeno 2 cm sopra il livello della composta e portate ad ebollizione.
Per i contenitori della semina, non è indicata la sterilizzazione con il calore, in quanto generalmente non resistono alle alte temperature.
A questo punto svuotate il secchio con l'ipoclorito, e sciacquate abbondantemente e ripetutamente i contenitori e il cucchiaio ecc... Riempite i contenitori con lo strato drenante di materiale inerte a granulometria grossa, che avrete sterilizzato in un cartoccio o barattolo diverso da quello della composta, e poi coprite con la composta (ormai fredda), mettete i semi e aspettate la germinazione.
Per ottenere risultati migliori si disinfettano i semi per evitare di portare spore nel terreno pulito.
Disinfezione dei semi: sono sempre più convinto che la disinfezione dei semi sia una cosa importantissima. Deve essere molto delicata per non comprometterne la germinabilità, procedete lasciandoli immersi per qualche minuto in un bicchierino con acqua tiepida e qualche goccia di ipoclorito, oppure se si tratta di semi con tegumento spesso, potrete immergerli per un minuto nel succo di limone, dopo di che metteteli in un bicchiere con acqua per sciacquare abbondantemente, meglio se facendo scorrere acqua pulita sui semi tenuti in un colino per tisane (maglia molto fine), asciugate e seminate.
Nella foto sopra si vede una serie di bicchierini con acqua e varechina (poche gocce), il liquido più scuro nel terzo e nell'ultimo bicchiere è dovuto al fatto che la varechina digerisce le componenti organiche, e quei semi avevano molta polpa, quando presente è bene toglierne a mano il più possibile, prima di disinfettare i semi, ma in certi casi molta polpa rimane attaccata. Le poche gocce di varechina, in certi casi non bastano per digerire tutta la polpa, che potrà essere tolta mentre sono ancora a bagno con l'aiuto di una pinzetta.
Questa procedura è indispensabile in casi come questo:
in particolare se il frutto si è seccato.
Se invece volete conservare i semi per piantarli successivamente, è utile sporcarli con polvere di carbonato di rame o bagnarli con un fungicida a base di Propamocarb e conservarli solo quando sono asciutti. Prima di piantare lasciare a bagno qualche minuto in acqua.
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