In ogni mio viaggio cerco di ritagliare un angolino di tempo per le piante, in un viaggio impegnativo come il Giappone non pensavo sarei riuscito a vedere di più che qualche giardino e orto botanico (cosa poi non possibile a causa del meteo).
Ad ogni modo, prima di partire avevo cercato informazioni online su qualche nursery di succulente, e vicino Tokyo avevo trovato due indirizzi con sito internet, uno aveva un grande sito con foto di piante e prezzi (abbastanza alti) l’altro era un sito più amatoriale, ma molto allegro, e cosa essenziale, mostrava in un’immagine questa semplice mappa per raggiungerlo (ovviamente tutto in simboli giapponesi).
Da Roma cerco di capire dove si trova con l’aiuto di Google map, e senza troppa sicurezza penso di averlo individuato a sud ovest di Tokyo, poi scarico la mappa sul celluare.
Parto per il Giappone, sono già abbastanza prolisso non parlerò del viaggio, comunque fantastico!!! nel prossimo post parlerò un pò di più delle piante del Giappone in generale.
Dedico i primi tre giorni a Tokyo, poi quattro giorni tra Kyoto, Osaka e Nara e poi ritorno a Tokyo per gli ultimi 4 giorni.
Il penultimo giorno ormai abbastanza stanco e con le valigie ormai piene di qualunque cosa, decido di visitare Yokoama, e più che altro la Cinatown di Yokoama, un po perchè sapevo che non avrei potuto comprare nulla un pò perchè ero curioso di vedere una cinatown vicina alla Cina (che è ben diversa dallo schifo che c’è qui a Roma intorno a piazza vittorio…)
Il tempo non mi assiste, piove e fa freddino, verso le 15:00 sono sul treno in direzione di Tokyo devo trovare cosa fare nel pomeriggio, le alternative sono tre la prima la escludo a priori (tornare a fare shopping a Tokyo) resta andare a vedere l’ormai famosa Hoya kerrii che parla, o meglio posta, su un blog, o seguire la mappa salvata sul cellulare che conduce alla nursery a Fujisawa… Entrambe si trovano a sud-ovest di Tokyo, dove appunto mi trovo dopo la visita a Yokoama. Salito sul treno in direzione di una stazione più grande chiedo alla ragazza seduta accanto a me (prima che si addormenti, e qui ci sarebbero da raccontare cose divertenti) di indicarmi dove mi trovo (avevo la cartina dei treni solo in simboli giapponesi) dove si trovava Kamakura (dove c’è il ristorante con la pianta che parla) e poi le faccio vedere la mappa sul cellulare, la ragazza (tra l’altro molto carina :)) strizza un pò gli occhi e si studia la mappa/biglietto da visita e mi indica una fermata sulla cartina dei treni.
Con mio grande stupore è molto vicino a dove mi trovo, ma dalla parte opposta rispetto a Kamakura partendo dalla stazione di scambio verso cui sono diretto (Ofuna). Quindi dovendo scegliere opto senza dubbi per la nursery, anche se senza certezze (mentre per la pianta che parla mi ero studiato bene il percorso da fare una volta sceso dal treno…)
Scendo dal treno ad Ofuna e la ragazza a cui ho chiesto indicazioni, dalla scala mobile dove si era fiondata trascinata dal fiume di persone che affolla le metro e i treni giapponesi, si gira e mi indica di salire per quella stessa scala. Arrivato su la trovo che mi aspetta e mi chiede se ho deciso dove andare, se a Kamakura o se a Fujisawa (dove c’è la nursery, sul treno mi ero fatto scrivere i nomi delle possibili mete in caratteri romani, non si sa mai…)
Le dico Fujisawa e lei mi accompagna al treno giusto e poi mi saluta.. purtroppo… :)
Arrivato alla stazione JR di Fujisawa, piove e ovviamente esco dalla stazione dal lato sbagliato; per poter far vedere la cartina che mi indica la direzione della nursery devo entrare in un centro commerciale, dato che i giapponesi che normalmente corrono, anche se sempre disponibili, sotto la pioggia sono delle saette… una signora guardando la cartina mi dice appunto che si trova dal lato opposto della stazione e comunque mi consiglia di prendere un bus, sono bagnato e tentato di rinunciare, ma poi penso:”ma quando mai ritornerò qui?” mi incammino per la via che dalla mappetta sembra essere nella giusta direzione, dopo 5 minuti di marcia (che per un umano normale sono almeno 10-15) mostro ad una anziana guardia la mappetta, la guardia è gentilissima, ma non ci vede bene e sempre con immensa gentilezza e disponibilità mi trascina all’interno dell’edificio a cui faceva la guardia, che per mia fortuna è un ufficio postale (riconosciuto solo per francobolli manga in mostra) la ragazza al banco, dà un occhiata alla mappetta e tira fuori una specie di enciclopedia che è uno stradario molto dettagliato, mi fa vedere dove sono (per fortuna sta volta la direzione è giusta) e inizia a girare pagine su pagine seguendo con l’indice la strada che dovevo fare, pagina dopo pagina i miei occhi si sgranano sempre più e lo sconforto diventa sempre più profondo, sino a che non ferma il dito su un cavalcavia, e mi dice di richiedere una volta arrivato li, chiedo indicativamente il tempo che ci vuole “by feet”, dice una ventina di minuti… recupero un pò di coraggio ringrazio copiosamente chinando il capo come ormai ho imparato dopo diversi giorni di Giappone e mi incammino, dopo un pò gli stinchi mi bruciano, ma del cavalcavia neanche l’ombra, in compenso sono appesantito dalla pioggia il giubotto è zuppo quasi sino al golf nonostante l’ombrellino sgangherato e i piedi ricordo di averli solo per il ciakciack dell’acqua nelle scarpe… ma poi finalmente intravedo il cavalcavia, appena sotto, la strada che nella mappetta è unica, in realtà è si sempre dritta ma si divide su due piani un pezzo ripido in salita, l’altro in discesa… bene… e mo? mi trovo un pò lontano dal centro i grattaceli e palazzoni non si vedono più ci sono solo piccole bottege e negozi chiusi, vedo un passante che perde tempo a sistemare l’obrello fuori da una vetrina e mostro la solita mappetta, questo guarda ma non ci capisce molto (e pure sono vicino! penso) mi indica di seguirlo nel negozio, chiede a due ragazzi seduti in sala d’attesa, ne frattempo asciugo gli ochiali e mi godo il riscaldamento pensando di trovarmi da un parrucchiere o qualcosa di simile, la ragazza al bancone ha una mascherina (come il 30% dei giapponesi) e guanti bagnati, con i quali prende in mano il mio celluare con la mappetta, che nel frattempo aveva girato per tutta la sala d’attesa, lo raggiungo e sento un odore familiare, giro la testa e vedo un riunito, fico! sono capitato nello studio di un collega, mi assento un istante fotografando con gli occhi la scena: paziente quasi a testa in giù e due assistenti oltre al dentista più un altro che vaga tra i riuniti (in Italia intorno al paziente ci sono si e no due persone, ma a costo di lavorare un pò scomodi non si abbassa così tanto lo schienale). Ritorno in me, la ragazza col cellulare mi chiede se parlo giapponese…storco il naso, a gesti mi indica la direzione ed è pronta a salutarmi, la fermo e a gesti cerco di farle capire che il mio dubbio è se salire o scendere… la direzione la sapevo… mi dice di prendere la strada in salita… ringrazio e procedo per la salita…. dopo 4 minuti vedo una serra, con cancello chiuso, cerco di guardare meglio, dentro ci sono solo bonsai… leggo un cartello e confronto il numero di telefono con quello sulla mia mappetta… è uguale…. è uguale… no.. le ultime cifre sono divrese…. continuo la salita sono vicino, ne sono sicuro, dopo un pò finalmente un cartello sempre in giapponese ma con una sola parola inconfondibile, o quasi:
non mi sembra vero, rotolo per un viottolo in fondo al quale vedo delle serre, ma la strada si interrompe bruscamente con una transenna arruginita. Risalgo di poco a destra uno stretto viottolo scende curvando, lo prendo, non ho alternative, mi trovo davanti ad una abitazione, mi guardo intorno, vasi e vasetti, tetti di serre, eccomi, succulente sparse, ma non c’è anima viva, ne si senteono rumori a parte un cane che abbaia da dietro la casa, ne si vedono luci.
c’è un cartello a sinistra della porta d’ingresso con disegnate alcune piante grasse, è questo l’ingresso!
Inizio a pensare che qui non sono aggressivi come in Italia, quindi almeno non rischio una fucilata se rimango li fermo… erano circa le 17:00, avranno chiuso… poi mi guardo, sono zuppo, probabilmente non avranno mai aperto, vista l’educazione e discrezione dei Giapponesi, non posso gridare, e poi cosa? finalmente vedo un campanello, non devo neanche salire sul patio infangandolo, è a portata di braccio… suono? ma si ormai sono qui che faccio mi giro? suono! niente nessuna risposta neanche un movimento all’interno della casa neanche un ombra…ed ora? noto però due impronte di scarpe bagnate sul patio, devono essere fresche, c’è qualcuno :).
Attendo un altro po e risuono, ancora nulla, sino a che non sento una voce debole venire dalla casa, ovviamente non capisco, e aspetto, provo a dire qualcosa, ma niente la porta a scorrimento non si apre, provo a dire che sono italiano e che vorrei vedere le piante e che ho preso l’indirizzo in internet, a questo punto mi apre una signora anziana, che ovviamente non aveva capito quello che gli dicevo, sembra anche un pò disturbata… non ha tutti i torti… dice qualcosa e poi mi fa “la casetta con le mani” (ho imparato che in giappone quando non hai più nessuna possibilità, o qualcosa è fermo, chiuso, qualcosa non è possibile, ti fanno un gesto avvicinando le mani come a fare un tetto o una X, ma è più un tetto, ad es quando mi facevano questo gesto dovevo cambiare persona a cui chiedere informazioni, era una cosa rara comunque, ma dal significato inconfondibile) in questo caso non potevo rinunciare, non sapevo cosa dire, ne come dirlo, “la casetta con le mani” mi aveva sconfortato, mentre la signora richiudeva la porta di corsa tiro fuori il cellulare e le faccio vedere la mappetta scaricata dal suo sito, cambia completamente espressione, finalmente sorride, esce e mi fa entrare nel cortiletto con i vasi e vasetti,
si sposta tra le serre sino a raggiungerne una casetta bussa ed esce una donna, mi guarda e sgrana gli occhi, la signora le dice qualcosa e questa si richiude nel capanno, dopo pochi istanti escono due ragazze e sento finalmente qualche parola familiare!!!
Una delle due ragazze fa da interprete e premette che parla poco inglese, ma di sicuro la sua pronuncia e conoscenza di termini è migliore della mia. Mi chiedono da dove vengo rispondo Italia, si guardano stupite e un pò incerta una mi chiede se è quella di Firenze… rispondo si, ma preciso che sono di Roma, si guardano di nuovo ed iniziano a sventolarsi (anche questa è una cosa curiosa che capitava spesso quando dicevo di essere italiano). I saluti e presentazioni durano parecchio nel frattempo pioveva e nessuno di loro aveva un ombrello, ma non sembrava essere una cosa rilevante, con il mio piccolo e sgangherato coprivo la signora più anziana.
Chiedo di vedere le piante, ancora stupite mi aprono una serra e mi lasciano entrare. E’ bassa e stretta e lunga (o meglio, è scavata nel terreno, le piante in realtà si trovano quasi a livello del suolo), i banconi misurano circa un metro e mezzo e il corridoio è stretto, tanto che nella seconda serra mi tolgo lo zaino per evitare di urtare le piante. Chiedo se posso fare delle foto, mi dicono di si.
Inizio ad ammirare a destra numerose varietà di Conophytum e quasi mi dimentico di fare le foto, proseguo un pò, poi mi giro e mi accorgo che erano rimaste tutte fuori dalla serra, sotto la pioggia… capisco che non posso metterci troppo tempo, quindi cerco di fotografare il più possibile.
Vedo diversi esemplari belli e molte varietà che fino ad allora avevo visto solo in foto.
La grande maggioranza delle piante sono non cactacee, e c’è una predilizione per esemplari variegati o con sfumature di colore insolite, i contenitori sono quasi tutti di coccio.
Tutte le piante sono cartellinate e prezzate, i prezzi sono bassi, continuo a scorrere i banconi e le centinaia di vasi e vasetti dalle forme per noi inusuali.
Rimango una decina di minuti su una serie di Haworthie, mi innamoro di una piccolina e rossiccia.
Arrivato di nuovo all’inizio della serra, trovo un vassoio con tre bicchieri fumanti, una bella bevanda calda ci voleva proprio, una ragazza quasi mi ordina “drink please!” faccio per prendere il bicchiere, ma come il topolino con la scossa, mi ricordo che in giappone si usa bere minestre e bevande molto molto calde (non a caso è il paese con la maggiore prevalenza di tumori orali e della base della lingua) e che appena arrivato in Giappone mi ero ustionato con il primo the verde che mi avevano offerto… di istinto soffio per freddare, ma se non sbaglio ricordo che è maleducazione, bisogna bere bollente e basta, e quindi bevo, per fortuna non è poi così bollente, ci stava a pennello in quel momento, bevo mezzo bicchiere, poi esco, per fortuna le ragazze avevano recuperato un ombrello, mi sento un pò meno in colpa.
Chiedo di vedere altre piante, non capisco bene perchè, ma le ragazze sono un po sorprese, ma alla richiesta prontamente mi aprono un altra serra. Penso che probabilmente stavo disturbando troppo, quindi cerco di andare il più velocemente possibile, non è facile con tutte quelle piante.
Questo vaso immenso di Haworthia potete vederlo in fiore sul sito della Nursery
In primo piano la Stapelia era veramente gigantesca e dietro le Euphorbia milii sono particolari.
[Ci sono molte altre foto di piante e panoramiche della serra nella galleria linkata a fine post]
Esco dalla seconda serra quasi interamente dedicata a non cactacee, sempre con maggioranza di hawortia e rientro nella prima, una ragazza fa un gesto, non capisco se mi sta indicando un’altra serra, ma non voglio disturbare oltre, sono stati fin troppo gentili, chiedo se le piante sono in vendita e se i numeri sui cartellini sono i prezzi, parlano tra loro e dicono di si, ma restano un pò dubbiose, chiedo conferma, dicono di si di nuovo, ma chiedono se ho yen giapponesi, rispondo di si, tirano un sospiro di sollievo, cerco dove appoggiare i soldi (in giappone quando si paga, in qualunque posto c’è un vassoio, se non si appoggiano i soldi al suo interno questi non vengono presi) vedo un vassoio e ci metto i soldi :), una delle ragazze viene chiamata fuori dalla signora, rientra e cerca di dirmi qualcosa, è un pò emozionata per l’inglese (anche se lo parlano bene hanno paura di sbagliare), ma alla fine dice con pronuncia perfetta che le piante sono un regalo per me per avegli fatto visita… sono ancora più imbarazzato, cerco di insistere, ma niente, ringrazio, ero veramente molto imbarazzato, ma immensamente felice per aver conosciuto queste persone e per aver visto queste piante bellissime, chiedo di svasare le piante, capiscono al volo e le mettono in fogli di carta assorbente, mi chiedono se voglio la trascrizione dei cartellini in lettere romane, dico di si, ma chiedo comunque di tenere i cartellini, sono troppo belli :). Mi è essenziale un ultima cosa, fare una foto alla composta in cui erano cresciute:
Di sicuro come da noi gli inerti non mancano, c’è un po di tutto, molta sabbia, molta pietra porosa un pò di quarzo e molto carbone (sembrerebbe) anche attaccato alle radici erano rimasti dei cereali carbonizzati… è un caso? la terra non aveva la minima compattezza, era completamente sciolta! di torba praticamente non se ne vede…
Ero abbastanza frastornato, cerco di ringraziare di fare i complimenti, ma il mio poco inglese fa cilecca, non riesco a mettere insieme due parole, quindi scrivo con una penna zuppa che avevo in tasca su un foglietto altrettanto zuppo l’indirizzo del blog… spero di averlo scritto bene :) chiedo il permesso di pubblicare le foto fatte sul blog, annuiscono (Gli scriverò comunque una mail per comunicare l’avvenuta pubblicazione)
Chiedo di salutare la signora, mi accompagnano davanti alla porta della casa dove avevo suonato, passando vicino la casa un cane abbaia e si scusano entrambe, (questo può dare un idea di quanto sono gentili ed educati i giapponesi, poco tempo fa un piccolo cane a Roma mi ha addentato un polpaccio, senza ferirmi per fortuna, al mio “Aho” verso il padrone questo mi ha detto:”l’ha morsa? no, perchè volevo capire se era mordace” senza scusarsi…) chiamano la signora che mi ha aperto all’inizio, che fa un lungo saluto, la ragazza traduce, che sono contenti che sono andato a visitarli, che posso tornare quando desidero e gli farà molto piacere se tornerò a trovarli. (per fortuna avevo assistito spesso alle “cerimonie” di saluto all’uscita delle metro tra gruppi di giapponesi) quindi ringrazio, veramente non mi vengono molte parole in inglese, mi scuso per il mio inglese, dico che è stato un piacere incontrarli e vedere le loro piante, ringrazio di avermi ricevuto, inchino, faccio due passi indietro inchino, risaluto, mi giro altre due volte risalendo il viottolo e saluto con la mano. Sono veramente felice, spero che lo abbiano capito! e spero di non aver disturbato troppo. I Giapponesi sono fantastici, queste persone sono state veramente gentili e cordiali.
Se passate per Tokyo quindi fate una visita alla Kohaen Nursery, magari fate chiamare dall’hotel per avvisare che andate e prendete il bus dalla stazione JR, anche se la passeggiata/corsa per le vie di Fujisawa è stata molto interessante, ho visto molti piccoli negozi a gestione famigliare che nel centro delle grandi città non si vedono, come una lavanderia e un noleggio cd con il tatami a terra (ci si entra solo senza scarpe) o una pescheria che vendeva molluschi e animali marini mai visti prima.
Piante ricevute in regalo, Grazie :)
Turbinicarpus polaskii | Conophytum .. asp che mi viene… intanto sp. 948 |
Altre Fotografie:
Segui il link per vedere le altre foto scattate nella Kohaen Nursery
Tappe:
15:45 circa stazione JR
16:45 prima foto nella serra
17:15 verso JR
Questo è il link al sito della Kohaen nursery.
La posizione satellitare della Kohaen Nursery è:
Latitudine: 35°21'16.12"N
Longitudine: 139°28'42.86"E
Percorso Google map fatto a piedi, alla fine erano quasi 2,5 km ma sono sembrati di più:
Visualizza Fujisawa: dalla stazione JR alla Kohaen Nursery in una mappa di dimensioni maggiori
3 commenti:
invidio il viaggio!
invidio la visita!
per oggi la mia dose di invidia è esaurita nella lettura del tuo post!
grazie per le foto ^_^
Bellissime immagini e bellissimo viaggio... non sono mai stata in Giappone, ma leggendo il tuo post, un pochino ci sono stata anch'io!Ciao
Luby dal Giappone ho portato una cosa che potrebbe piacerti: http://picasaweb.google.com/lh/photo/oVzR7QwBV-zYbFiC_rdsiw?feat=directlink
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